Frequenza, predittori e impatto della terapia antipiastrinica combinata sul tromboembolismo venoso nei pazienti con aterosclerosi sintomatica
Studi osservazionali suggeriscono che l'aterosclerosi sintomatica può essere associata al rischio di tromboembolismo venoso ( VTE ).
Precedenti studi randomizzati hanno dimostrato una significativa riduzione di tromboembolismo venoso ricorrente con Aspirina ( Acido Acetilsalicilico ) in monoterapia.
Non è noto se il rischio di tromboembolismo venoso sia associato ad aterosclerosi sintomatica più grave e se una terapia antiaggregante più intensiva riduca il rischio di tromboembolismo venoso più della Aspirina in monoterapia.
TRA2P-TIMI 50 ( Thrombin Receptor Antagonist in Secondary Prevention of Atherothrombotic Ischemic Events-Thrombolysis in Myocardial Infarction ) ( Vorapaxar ) e PEGASUS-TIMI 54 ( Prevention of Cardiovascular Events in Patients With Prior Heart Attack Using Ticagrelor Compared to Placebo on a Background of Aspirin–Thrombolysis in Myocardial Infarction 54 ) ( Ticagrelor ) sono studi in cieco, randomizzati, controllati con placebo, sulla terapia antipiastrinica per la prevenzione di eventi ischemici in pazienti stabili con aterosclerosi sintomatica.
Su 47.611 pazienti con malattia vascolare stabile seguiti per 3 anni in entrambi gli studi, vi sono stati 343 eventi di tromboembolismo venoso in 301 pazienti ( tasso di Kaplan-Meier a 3 anni, 0.9% per il placebo ).
Il rischio di tromboembolismo venoso è stato associato indipendentemente a età, indice di massa corporea ( BMI ), malattia polivascolare, broncopneumopatia cronica ostruttiva ( BPCO ) e neoplasia maligna.
Il carico di aterosclerosi manifestatosi come un numero crescente di territori vascolari sintomatici è stato associato a un aumento graduale dei tassi a 3 anni di tromboembolismo venoso ( 0.76% per 1, 1.53% per 2 e 2.45% per 3 territori ).
Una terapia antipiastrinica più intensiva ( Vorapaxar e Ticagrelor, dati aggregati ) ha ridotto significativamente il rischio di tromboembolismo venoso del 29% rispetto alla terapia antipiastrinica di base, da 0.93% a 0.64% a 3 anni ( hazard ratio, HR=0.71; P=0.003 ).
In conclusione, il tasso di tromboembolismo venoso nei pazienti con aterosclerosi è circa lo 0.3% annuo durante il trattamento con uno o più agenti antipiastrinici, con aumento del rischio indipendentemente associato al numero di territori vascolari sintomatici.
Una terapia antiaggregante più intensiva riduce il rischio di tromboembolismo venoso.
Questi dati suggeriscono una relazione tra il carico di aterosclerosi e il rischio di tromboembolismo venoso, e supportano l'inclusione del tromboembolismo venoso come endpoint prospettico in studi di prevenzione secondaria a lungo termine che valutino i rischi e i benefici delle terapie antipiastriniche nei pazienti con aterosclerosi. ( Xagena2018 )
Cavallari I et al, Circulation 2018; 137: 684-692
Cardio2018 Farma2018
Indietro
Altri articoli
Doppia terapia antipiastrinica versus Alteplase per i pazienti con ictus ischemico acuto lieve non-invalidante: studio ARAMIS
La trombolisi endovenosa è sempre più utilizzata nei pazienti con ictus minore, ma il suo beneficio nei pazienti con ictus...
Esiti a lungo termine e durata della doppia terapia antipiastrinica dopo intervento coronarico con stent a rilascio di farmaco di seconda generazione: studio DAPT
Le recenti linee guida sulla durata della doppia terapia antipiastrinica ( DAPT ) dopo intervento coronarico percutaneo ( PCI )...
Doppia terapia antipiastrinica dopo intervento coronarico percutaneo: stent in polimero biodegradabile o durevole nei pazienti ad alto rischio di sanguinamento
Sono disponibili informazioni limitate sull’efficacia comparativa e sulla sicurezza delle diverse piattaforme di stent nei pazienti ad alto rischio di...
Associazione di doppia terapia antipiastrinica con Ticagrelor con fallimento di innesto venoso dopo chirurgia di innesto di bypass coronarico
Il ruolo del Ticagrelor ( Brilique ) con o senza Aspirina ( Acido Acetilsalicilico ) dopo un intervento chirurgico di...
I benefici della doppia terapia antipiastrinica Ticagrelor e Aspirina per l'ictus superano i rischi a 30 giorni
I benefici di Ticagrelor ( Brilique ) e di Aspirina ( Acido Acetilsalicilico ) hanno superato il rischio di emorragia...
Edoxaban versus doppia terapia antipiastrinica per la trombosi del lembi valvolari e tromboembolia cerebrale dopo sostituzione transcatetere della valvola aortica: studio ADAPT-TAVR
Non è noto se l'anticoagulante orale diretto Edoxaban ( Lixiana ) possa ridurre la trombosi dei lembi valvolari e il...
Durata della doppia terapia antipiastrinica per i pazienti ad alto rischio emorragico sottoposti a intervento PCI
La durata ottimale della doppia terapia antipiastrinica ( DAPT ) dopo intervento coronarico percutaneo ( PCI ) tra i pazienti...
Efficacia e sicurezza della doppia terapia antipiastrinica rispetto alla monoterapia nella prevenzione dell'ictus secondario
Dopo un ictus minore non-cardioembolico è raccomandato il doppio trattamento antiaggregante ( DAPT ) con Aspirina ( Acido Acetilsalicilico )...
Effetti della terapia antipiastrinica dopo un ictus causato da emorragia intracerebrale: follow-up esteso dello studio RESTART
Lo studio RESTART ( Restart or Stop Antithrombotics Randomized Trial ) ha rilevato che la terapia antipiastrinica sembrava essere sicura...
Idelalisib non aumenta il rischio di sanguinamento nei pazienti con leucemia linfatica cronica, linfoma non-Hodgkin indolente, sottoposti a terapia anticoagulante / antipiastrinica
Da una post-analisi ad hoc dei dati degli studi di registrazione non è emerso che Idelalisib aumenti il rischio di...